Mi succede tutti i giorni, mentre sono in pausa durante il lavoro, mentre sto bevendo il caffè o sto guidando verso casa; penso a cosa c’è nel frigorifero, penso a cosa posso fare da mangiare per il pranzo o la cena per me e per mio marito, penso se devo fermarmi in negozio a prendere un piatto pronto. A volte i pensieri sono troppo lunghi rispetto al tempo a disposizione e arrivo a casa senza aver trovato una soluzione, quindi una pasta o una frittata?
Mio marito pensa al pranzo quando inizia la sua pausa pranzo, apre il frigo e cerca qualcosa da mangiare.
Numerose ricerche hanno rilevato il tempo trascorso dalle donne lavoratrici dedicato alla pulizia della casa, alla preparazione dei pasti, alla cura dei figli o dei genitori anziani: in un anno una donna lavora 1 mese più dell’uomo, senza nessuna remunerazione spesso senza nessun riconoscimento, nemmeno verbale.
Da rapporto Istat (2019) I Tempi della vita quotidiana in Italia oltre la metà delle donne occupate risulta sovraccarica di lavoro (54,7 per cento), cioè lavora per oltre sessanta ore a settimana tra impegni di lavoro retribuito e non; indicatore che scende al 47,3 per cento tra gli occupati maschi.
Il carico mentale femminile è stato studiato fin dagli anni ’70, non è solo l’impegno in casa e in famiglia, è il pensiero constante che costringe le donne a fare, seguire e controllare ogni attività della famiglia, oltre a quello del lavoro. Anche nel caso di aiuto extra, la colf o la baby-sitter o l’asilo nido, le donne devono organizzare e presidiare ogni ambito familiare.
Quanto influisce il carico mentale nella carriera femminile?
Forse la domanda è mal posta, se la donna potesse scegliere dividerebbe il suo carico mentale con il suo partner in maniera paritaria, ma spesso tutto accade senza rendersi conto: in un attimo la donna si trova intrappolata tra lavoro, casa, figli, spesa, insegnanti, medico, ecc. Non c’è il tempo per studiare, per leggere quel libro che serve per la mia carriera, per fare un corso durante il fine settimana, per fermarsi a pensare come evolvere la propria azienda.
È lei che fa tutto e a volte è lei a prendersi tutto il carico perché è più difficile dover spiegare ogni cosa al proprio partner; “faccio da sola, faccio prima.”
È una scelta che abbiamo fatto tutte e ci siamo rese conto che il nostro tempo vale meno di quello dei nostri uomini, che oltre il lavoro hanno il tempo di allenarsi, stare con gli amici, leggere un giornale, avere un hobby. Quando una donna ha tempo pulisce la casa più in profondità, prepara il pranzo per tutta la settimana, fa il cambio stagione e se c’è ancora tempo organizza il viaggio per il weekend.
Il tempo che dedichiamo alla casa e alla famiglia è tempo che non dedichiamo a noi e alla nostra crescita, è tempo che perdiamo per migliorare nel nostro lavoro, prendendo più soldi o aumentando la possibilità di promozioni e premi aziendali. A un certo punto ci stufiamo e accettiamo il fatto che nella nostra azienda le donne non possono fare carriera, gettiamo la spugna perché ciò che sta fuori dal lavoro è troppo stressante, chiediamo il part-time e cerchiamo la nostra soddisfazione fuori dal lavoro; non sempre ci riusciamo.
Forse è il momento di chiederci, quanto il nostro problema di carriera è dovuto all’azienda che non ci ha fatto crescere oppure quanto noi ci siamo prese il carico mentale e fattuale della famiglia, senza condividerlo con i nostri partner.
Se volete saperne un po’ di più sul carico mentale, ecco alcuni libri
Marie Laure Monneret. (2019). Devo dirti sempre tutto. Come suddividere al meglio il carico mentale nella vita di coppia. De Agostini.
Annalisa Monfreda. (2022). Ho scritto questo libro invece di divorziare. Feltrinelli.